Alla Tenuta di Canneto è tempo di imbottigliamento
A grande richiesta lo Syrah 2017
Per i vini della cantina della Tenuta di Canneto si è appena concluso un momento molto delicato, ovvero il passaggio dalle botti alla bottiglia, ultima dimora che accompagnerà i tesori enologici dell’azienda maremmana. Nelle bottiglie le nuove annate di Lillatro Garbato, l’Arzillo e Le Vizzate.
“A grande richiesta, perché terminato a maggio dell’anno scorso, abbiamo imbottigliato il nostro Syrah, Le Vizzate 2017 – spiegano dall’azienda. Un’annata particolarmente buona che ha dato vita ad un vino molto fine, elegante e raffinato, frutto di una selezione effettuata su cinque differenti vigneti ognuno vinificato e affinato separatamente. Dietro questo vino c’è infatti un lavoro molto accurato nella gestione agronomica, durante la vendemmia e infine nella diraspatura. Abbiamo imbottigliato anche il Lillatro Garbato, un Sangiovese vinificato in bianco, piacevole e delicato che stupisce ed incuriosisce e l’Arzillo, un rosato che deriva da Cabernet Sauvignon e Sangiovese e che colpisce per i suoi profumi e ancor di più per il suo gusto avvolgente ma con una freschezza incredibile”.
Da dieci anni la cantina è diventata il fiore all’occhiello della Tenuta di Canneto, costantemente aggiornata, dispone di una linea di cernita delle uve, che permette di selezionare solo l’eccellenza della vigna per produrre solo vini di altissima qualità. Le vasche troncoconiche di piccola capacità sono dedicate alla fermentazione dei singoli lotti di Syrah e di Sangiovese. Segue l’affinazione in barriques che varia in base al vino e poi l’imbottigliamento a conclusione della lunga e paziente gestazione per ottenere solo i prodotti migliori.
I vini della tenuta di canneto rispecchiano in pieno la filosofia aziendale che prevede l’utilizzo dell’agricoltura integrata, nel rispetto dell’ambiente e del lavoro dell’uomo che ha mantenuto la sua importanza e le sue radici. Prodotti di altissima qualità e dal sapore inconfondibile, specchio della paradisiaca Val di Cornia.